Revamping e repowering dell’impianto fotovoltaico: cosa sono e le differenze
Revamping e repowering dell’impianto fotovoltaico: cosa sono e le differenze
Quando l’impianto inizia a produrre meno oppure si ha necessità di più energia, non è necessario rifare tutto: le tecniche di revamping e repowering ci vengono in aiuto
Il revamping e il repowering sono interventi di potenziamento e ripristino di alcune parti di un impianto fotovoltaico preesistente, che permettono di mantenere alte le prestazioni e la produzione energetica.
Difatti, gli impianti fotovoltaici dello scorso decennio non hanno la stessa capacità di produzione di quelli moderni (oggi, la maggior parte delle case produttrici garantisce la produzione di almeno l’80% per 30 anni).
In altri casi, invece, è necessario potenziare l’impianto per esigenze sopraggiunte in seguito all’installazione (per esempio, l’arrivo di nuovi componenti in famiglia, l’acquisto di attrezzature particolarmente energivore oppure di una macchina elettrica).
Ma non preoccuparti, in entrambi i casi non devi sostituire l’intero impianto: in questi casi ci vengono in soccorso proprio tecniche come il revamping e il repowering. In questo articolo vedremo cosa sono questi 2 interventi, le differenze e in quali casi ricorrere a esse.
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Cos’è il revamping
Gli impianti fotovoltaici sono particolarmente longevi, tuttavia subiscono, come tutti i dispositivi, una naturale usura per l’esposizione a condizioni atmosferiche avverse (pioggia, grandine e neve) e il normale deterioramento dei materiali.
Come accennato nel precedente paragrafo, la progressiva diminuzione della produzione è un fenomeno abbastanza comune soprattutto negli impianti dello scorso decennio. Per ripristinare l’impianto senza doverlo sostituire nella sua interezza, si può ricorrere al revamping. Con questo termine (dall’inglese to revamp, “rinnovare” o “rimodernare”) ci si riferisce a una serie di interventi che prevedono la riparazione, sostituzione o rinnovo di alcune parti dell’impianto, come:
- Pannelli – rotti o danneggiati
- Inverter – con guasti frequenti e diminuzione della produzione
- Cablaggi – per problemi di perdita dei collegamenti elettrici
- Strutture di sostegno – per danneggiamenti sulle saldature
Alcuni di questi interventi possono essere non significativi: ovvero, non modificano la configurazione base dell’impianto (per esempio, lo spostamento dell’inverter); altri, invece, si dicono significativi: prevedono, quindi, modifiche consistenti come la sostituzione dei pannelli o addirittura lo spostamento dell’intero impianto.
È importante sapere che, in alcuni casi, seppur la produzione sia ancora sufficiente al fabbisogno richiesto, l’intervento di revamping è richiesto anche qualora l’impianto (oppure alcuni suoi componenti) non rispettino più le linee guide di conformità del GSE.
Cos’è il repowering
Come il revamping, anche il fine ultimo del repowering è quello di potenziare e ottimizzare la produzione di un impianto fotovoltaico. La differenza sostanziale fra i 2 tipi di tecniche è il motivo per il quale l’impianto necessita dell’intervento.
Difatti, se nel primo caso è quasi indispensabile per evitare di dover rifare tutto l’impianto, il repowering, invece, serve a incrementare la potenza nominale dell’impianto e la sua produzione energetica. A differenza del revamping, il repowering non prevede interventi significativi che modifichino la struttura dell’impianto: consiste nell’aggiunta di componenti tecnologici più moderni per aumentare l’efficienza e la produzione dei pannelli.
Fra i principali interventi di repowering rientra l’aggiunta di una batteria per l’accumulo per l’immagazzinaggio dell’energia in esubero oppure l’ampliamento del campo fotovoltaico. In quest’ultimo caso, potrebbe essere necessaria una riprogettazione dell’impianto.
Revamping e repowering: le differenze
La scelta fra revamping e repowering dipende da una serie di fattori, fra cui lo stato di usura dell’impianto e, soprattutto, le esigenze energetiche di quella casa. Difatti, seppur siano interventi con obiettivi relativamente simili – migliorare le prestazioni energetiche e allungare la vita degli impianti preesistenti – hanno delle differenze sostanziali sia nell’esecuzione sia nei costi e tempi.
Vediamo i principali obiettivi, modalità e caratteristiche dei 2 interventi.
Adesso che abbiamo visto cosa sono, a cosa servono e le principali caratteristiche di questi interventi, ricapitoliamo quali sono i casi in cui fare un revamping e, quali, invece optare per un repowering.
In quali casi fare il revamping
Il revamping è consigliato quando:
- L’impianto ha superato i 15 anni di vita e accusa un calo significativo delle prestazioni
- Ha componenti danneggiati oppure obsoleti
- Alcune parti non sono più conformi alle linee guida del GSE
In quali casi fare il repowering
Il repowering, invece, è consigliato nei casi in cui:
- Si desidera aumentare la produzione energetica (per esempio, per acquisto di un’auto elettrica da ricaricare in casa)
- Le tecnologie sono notevolmente migliorate rispetto a quando si è eseguita l’installazione
- Si vogliono sfruttare nuove opportunità di detrazioni o bonus fiscali
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