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Nuovo regolamento sugli imballaggi di plastica: cosa cambierà entro il 2040Nuovo regolamento sugli imballaggi di plastica: cosa cambierà entro il 2040
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Pubblicato da Marzia Diodati in #ENERGIAPRATICA · Mercoledì 13 Mar 2024
Tags: inquinamentoplasticfree

Nuovo regolamento sugli imballaggi di plastica: cosa cambierà entro il 2040

Dopo una lunga trattativa, il 5 marzo 2024 l’UE e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla regolamentazione dei packaging monouso. L’obiettivo è quello di ridurre l’utilizzo delle confezioni non riciclabili a favore di una progressiva riduzione dell’uso della plastica.

Frutta o verdura racchiuse in uno strato di cellophane, vaschette monouso per il take-away e prodotti da toilette in miniatura negli hotel: guardando da un’altra prospettiva, tutti questi packaging, spesso superflui, si traducono in plastica non riciclabile.
Il problema dello smaltimento e del riciclaggio delle risorse plastiche è oggettivo e, dopo una lunga trattativa, i paesi Europei hanno finalmente raggiunto un’intesa per regolamentare la gestione di questi rifiuti.
L’accordo è ancora provvisorio ed entrerà in vigore entro 18 mesi, tuttavia, sono già stati dichiarati alcuni obiettivi indicativi della proposta Europea. Lo scopo, difatti, è ridurre progressivamente quegli imballaggi non necessari entro il 2040. Andiamo a scoprire quali novità introduce la nuova normativa e quali sono gli obiettivi prefissati.


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I numeri della plastica

L’inquinamento da plastica è uno dei temi ambientali contemporanei più urgente da risolvere: la produzione di oggetti di plastica, infatti, ha ormai superato la nostra capacità di gestire il problema. Basti pensare che metà di tutta la plastica esistente è stata prodotta solo negli ultimi 15 anni.
Il problema principale è lo smaltimento: ogni anno, infatti, circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finisce negli oceani. Un dato impressionante e dalle conseguenze devastanti. I danni ambientali vedono coinvolti soprattutto gli abitanti della fauna selvatica. Si stima che circa 700 specie (fra cui alcune a rischio di estinzione) abbiano subito le conseguenze dell’inquinamento da plastiche.
Da qui l’esigenza di rivedere la normativa: l’attuale direttiva, infatti, è stata adottata nel 1994 e, nonostante alcuni cambiamenti nel corso degli anni, si è rivelata inefficace nel contrasto degli impatti ambientali negativi degli imballaggi.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo Europeo

La direttiva europea mette sotto i riflettori soprattutto gli imballaggi di plastica del settore alimentare e di quello dei trasporti. Difatti, i packaging usa e getta vantano di essere 1/3 di tutti i rifiuti solidi urbani. Questo dato è in costante aumento: nel 2021, i paesi EU hanno generato il 24% in più di spazzatura plastica rispetto al 2010. Per questo, la normativa provvisoria ha stabilito come obiettivi generali una riduzione progressiva degli imballaggi entro il 2040 in 3 macro-scaglioni:
  • 5% entro 2030
  • 10% entro il 2035
  • 15% entro il 2040
Per raggiungere questi traguardi l’accordo prevede di mettere in atto alcune restrizioni, in ottica di promozione dell’economia circolare e in favore a politiche di riciclaggio. Andiamo a vedere i principali cambiamenti.

Cosa cambierà per i consumatori

La novità principale riguarda la riduzione degli imballaggi non necessari, come quelli monouso per la frutta e la verdura o i cosmetici di cortesia utilizzati nelle strutture alberghiere. Se al termine dei 18 mesi l’accordo diventerà legge UE, porterà dei cambiamenti anche per noi consumatori. Ecco alcuni esempi:
 
  • Identificazione dei materiali – sulle etichette dei prodotti saranno esplicitati chiaramente i materiali utilizzati per il packaging e in quale contenitore smaltirli
  • Take-away e asporto – i locali dovranno garantire che il consumatore possa utilizzare i propri contenitori per i cibi da portare via o di offrire packaging riutilizzabili senza costi aggiuntivi
  • Imballaggi – le confezioni verranno ridotte al minimo indispensabile e le strutture ricettive potranno utilizzare contenitori riutilizzabili per i prodotti da toeletta
In altri settori, come quello dei rifiuti RAEE che riguarda anche fotovoltaici e batterie di accumulo, l’argomento riciclo ha già chiare linee guida. Questo accordo potrebbe essere il punto di svolta per contrastare l’inquinamento da imballaggi, oltre ad aiutarci a introdurre meno plastica da smaltire anche nei cestini delle nostre abitazioni.


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